LE MINACCE E I FIERI ACCENTI…

Spero abbiate cliccato… ed iniziato l’ascolto… Tranquilli… capirete leggendo… Eh, c’è poco da fare qui… avete purtroppo come scribacchino una persona con mille difetti. E uno di questi difetti è l’amore per l’Opera. Pensate… il titolo mi sembrava adatto per parlarvi di tutt’altro, ma improvvisamente, iniziando anch’io l’ascolto del brano, coi suoi alti e bassi rabbiosi, frementi, imploranti… qualcosa si è impossessata di me, e nonostante le mie migliori intenzioni, non sono riuscito a fermarmi… Le parole sgorgavano da sole, senza che io potessi farci nulla…

Quindi, datemi retta ora… passate al prossimo articolo, finché siete in tempo, perché potreste rischiare di farvi convincere, e l’Opera potrebbe piacervi…

Ognuno, se la ama, ha in testa i suoi pezzi preferiti, sulla cui validità è quasi impossibile far cambiare idea. Alcuni pezzi piacciono subito, ed altrettanto rapidamente vengono dimenticati… altri entrano in testa più difficilmente… ma altrettanto difficilmente ne escono… qui state ascoltando (spero) un duetto fra il parente di una donna, che ne difende l’onore, e il malcapitato che l’amava invece veramente… e le emozioni di rabbia, di odio, di richiesta di perdono,… che il pezzo trasmette, sono palpabili, anche in un primo ascolto…

L’Opera io ho incominciato ad apprezzarla quasi per caso, quando la giovanile ed incompetente idiozia mi faceva fare partite libere fino a notte inoltrata, mai finendo prima delle 4, e con almeno 30 km ancora da fare per tornare a casa, e con una 500 che partiva solo se in discesa. Non ero, sia chiaro, l’unico matto. Un altro matto era un amico “anziano”, cui io e la mia compagnìa eravamo soliti far visita verso le 23 (dopo la nostra serale pizza e birra), e che invariabilmente ci accoglieva in casa sua dove, con la moglie, eravamo soliti imbastire un tavolo verde… a volte in 4, a volte in 5, a volte in 6… Ora, potete non crederci, perché bizzarria vuole che tutta la mia vita sia stata funestata da Bianchi di turno, ma è la pura verità. Ed io comprendo benissimo sia un cognome diffuso, assieme al resto della bandiera italiana, Verdi e Rossi, ma evidentemente con me la statistica è andata un po’ fuori fase…

Se vi dico ora che questa è la bandiera Asburgica, ditemi che avete capito da soli l’origine del cognome Neri…

In ogni caso, l’ospitalità era ovviamente squisita, e non mancavano mai spumante e pasticcini (noi poveri squattrinati potevamo portare, al massimo, noi stessi…) ma… c’era un ma: in sottofondo, regnava l’Opera.

Agli inizi a me sembrava di ascoltare musica dove stessero sempre strangolando qualcuno, non capendo una sola parola, e soprattutto non apprezzando la melodia: insomma, una vera e propria tortura cinese. E poi… e poi pian piano… essendo noi molto insistenti… molto maleducati… e quindi praticamente di casa… ma comunque non essendo insensibili (a lui piaceva l’Opera, che diamine, ed era in casa sua… mica potevamo dirgli di spegnerla…), lentamente, ripetendosi i pezzi, il mio cervello ha incominciato a cambiare: non era più musica incomprensibile, unione cacofonica di note ed arpeggi… no… era diventata musica diversamente melodica… musica diversamente bella… e pian piano mi accorgevo anche di un’altra caratteristica: non stufava, ritrovandomi a cantarla mentre tornavo a casa…

Perché ve ne parlo? Perché a me è servita tantissimo… Intendiamoci… all’epoca non c’era internet, e quindi io non potevo sapere allora che “La musica attiva alcune aree del cervello che sono coinvolte nel movimento, programmazione, attenzione, apprendimento e memoria. La musica rilascia nel cervello anche una sostanza chimica chiamata dopamina che migliora l’umore e riduce lo stato d’ansia. La dopamina inoltre trasmette piacere, gioia e motivazione.“.

Insomma, io non potevo sapere che la musica è la base per fare bene molte cose nella vita, fra cui giocare a bridge… Né potevo sapere, dato che alla fin fine la maggior parte delle Opere ha finali tristi, che è proprio nella tristezza che si rivela il vero artista. Un artista felice infatti difficilmente sarà un vero artista… Un artista felice è più un compositore, compositore nella cui musica traspare però la sua felicità… e quindi non può (e neppure gli importa) trasmettere emozioni. Ed infatti non le trasmette.

Per cui quelle opere, le opere di un artista felice, diventano secondarie e, se pur famose in qualche epoca, vengono spesso dimenticate.

Ora potete mettere in pausa… per un primo ascolto basta e avanza… potevo fuorviarvi con “Vincerò” o con “Nessun dorma”, o con qualche coro tipo “Va’ pensiero” o “Inno alla gioia”… ma non sarebbe stata la stessa cosa… Se è un primo ascolto, è giusto soffriate un pochino anche voi… ma senza esagerare…

Ed ecco, ora potete far partire il brano successivo…

Parlavamo di opere e di emozioni.

Salieri era un compositore felice, e lo era della Corte di uno dei più grandi imperi dell’epoca, per cui i suoi concerti erano pieni di nobili ed affini, ma viene oggi ricordato solo ed esclusivamente per il suo antagonismo con Mozart, che oggi e solo oggi ha fama mondiale, mentre all’epoca era stato addirittura sepolto in una fossa comune, senza nome né lapide.

Ci sono eccezioni, ovvio. Come in tutte le cose. Ma è un dato di fatto che quasi tutti i veri artisti siano stati incompresi nelle loro epoche (sennò, tutti si sarebbero comprati dei Van Gogh).

Per cui, tornando all’Opera, una volta fattasi strada nelle mie sinapsi, io giocavo a Bridge, e cantavo. E mi dicono che talvolta capiti ancora oggi.

I miei compagni, o meglio, le mie compagne (poc’anzi parlavo giustappunto di “vita funestata”…), mi rimproverano pensando che io lo faccia apposta… per distrarre gli avversari… e invece no… drammaticamente, io canto solo perché sono felice.

E va beh, ho capito… non è carino verso gli avversari mettersi a cantare perché si è mantenuto un contratto con una doppia compressione…

Ma io non canto per le prese fatte in più, anzi, per dirla tutta, il mio canto sarebbe completamente interiore… ed è solo perché purtroppo ho una voce che viene sentito.

Come risolvere questo dilemma?

Beh, io una soluzione semplicissima ce l’avrei… vendono delle cuffie anti-rumore… lo sapevate?

P.S. Tranquilli… adesso vi lascio… grossomodo Mozart dovrebbe essere riuscito a farsi strada anche fra le vostre, di sinapsi, e quindi sta a Voi sospenderne l’ascolto, o lasciarlo continuare…

Ubi major, minor cesKat