LE CARTE

Una delle bellezze del gioco del bridge è che ci apre la mente, e ci fa vedere connessioni ed interconnessioni dove in apparenza non sembravano essercene.

Occorre solo fare un po’ di attenzione, perché spesso la differenza fra conoscenza ed invenzione è molto breve…

Quanto vado a descrivervi ora, vorrei fosse chiaro e lampante, io non l’ho letto da nessuna parte, per cui dovete leggere ogni mia affermazione non come verità assoluta, ma come una mia verità dal mio punto di vista.

Tutto chiaro? [DISCLAIMER] Quindi, da adesso in poi, proseguire la lettura è come firmarmi mentalmente l’equivalente liberatoria, neh?

Allora… perfetto… e adesso allora parliamo di carte…

Questo mazzo rappresenta per estratto le carte come erano agli albori. Ogni città poi probabilmente aveva le sue… c’erano le napoletane, le trevisane… ma sostanzialmente, si assomigliavano tutte…

I semi erano 4 (come attualmente): ori, coppe, bastoni e spade.

Vi siete mai chiesti perché? Su… un minimo di sforzo… potete anche sbagliare di due o tre secoli, e sareste in buona compagnia con me…

Tenete presente che a carte ci giocavano un po’ tutti, ma non era una attività propriamente nobile… All’osteria ci giocavano i contadini e chi raccoglieva legna (bastoni, perché all’epoca il freddo era spesso un nemico ancora peggiore della fame), i soldati (spade), la media borghesia (ori) ed anche (all’epoca c’erano molti prelati di basso rango… anzi, erano la maggior parte…) il basso clero (le coppe, dal simbolo del calice all’altare). Ed i semi altro non facevano che rappresentare le loro rispettive 4 classi sociali.

E la monarchia dove stava? Beh, semplice, dappertutto… A qualunque classe sociale si appartenesse, la monarchia regnava. Le repubblica sono venute molto dopo… Per cui le prime 3 carte vincenti di ogni seme erano nell’ordine il Re, il Cavallo (o Alfiere, ma in buona sostanza un feudatario maggiore), ed il Fantino (alla fin fine un feudatario minore).

Esistevano ben pochi giochi intelligenti all’epoca, fra cui presumo la scopa, parte per il suo intento educativo, parte per la sua facilità di apprendimento. Il resto e per la maggior parte presumo fossero giochi d’azzardo (e quando il gioco “non valeva la candela”, significava che il piatto era talmente misero da non giustificare il costo della candela per “poter vedere” e continuare a giocare un’altra mano… all’epoca infatti di notte si dormiva… e senza luce non si andava lontano)

Ogni seme aveva dieci carte, e il totale era 40.

Dopodiché, complice in Europa l’espandersi di un certo esoterismo (da Nostradamus a Rasputin), unito alla caccia alle streghe per la presenza (palpabile per l’inquisizione) del maligno, mescolando il tutto con l’inizio di una ricerca di una maggior giustizia sociale ed innalzamento della condizione della donna, arriviamo ai TAROCCHI.

Che sono un miscuglio di regole incomprensibile ai più… Comunque, iniziamo da quel che sappiamo… nei Tarocchi le carte hanno sempre 4 semi, ma aumentano… ed iniziano a distinguersi… e abbiamo così le cartine, che vanno dall’uno al dieci… e gli onori, che passano da tre a quattro: rappresentano sempre l’onnipresente monarchia, ma spunta la Donna.. e gli onori diventano quindi Re, Donna, Cavallo e Fantino. Sicché la Donna inizia ad esistere… e va da sè che le carte, per ogni seme, diventano 14. Ma non finisce qui…

Inizia a farsi strada il concetto di fato, di destino… Sei un Re? Va bene, ma non basta a comandare… perché il destino si può mettere di traverso… esistono infatti ben 22 Arcani (sarebbero le atout), dallo 0 al 21, con nomi esoterici diversi (L’amante, l’impiccato, etc) che permettono di sparigliare il gioco, e (come a bridge) permettono di fare la presa giocandone uno. Quando? Come nel bridge… stesso concetto… si risponde a colore e, quando si finiscono le carte nel seme, si può giocare “quello che si vuole”.

Però… audite audite… anche fra gli arcani non c’è certezza!!! Il matto, lo zero, una carta che NON giocate mai, non ha alcun valore e non potrà mai fare una presa (e finisce solo come carta in più fra le vostre prese di coppia), varrebbe ben 5 punti, ma solo se NON è l’unica carta che incassate!!! Inoltre, unico arcano fra i tanti, fa a sua volta eccezione quando doveste rispondere a colore. Avete una donna secca, e vi giocano il Re? Se avete il matto, potrete giocarlo, salvandola…

Che dire poi del Bagatto? Il misero 1 di briscola. Anch’egli vale 5 punti, ma poterlo utilizzare è tutta un’altra cosa. E ai piani alti degli arcani? Stesso mistero… Il 21 prende tutto, ma è il 20 che vale 5 punti…

Chi impara a giocare a tarocchi lì per lì rimane spiazzato da queste regole bizzarre… e non è finita qui… perché, se NON ci sono tarocchi giocati nella presa, e NEPPURE onori (Re Donna Cavallo e Fantino), ma solo ed esclusivamente cartine… a bastoni e spade prende la più alta (10987654321), ma a coppe e denari prende la più bassa (12345678910).

Sapete perché?

“E moh vi svelo l’arcano”… modo di dire con una certa attinenza, no?

E’ tutto collegato… 10 contadini o 10 soldati coltivano più terra e battono più facilmente un avversario composto da sole 9 unità o meno… Ma a coppe, nel clero? Il Papa comanda 10 cardinali, che comandano 100 vescovi, e così via. Idem per la ricchezza, ma per capire il motivo bisogna tornare a quei tempi… quando tutta l’eredità era appannaggio del primogenito…

Immaginate di avere 10 case… in una vivrete e le altre le affitterete… Ma se invece siete in dieci fratelli, non affitterete nulla.. Quindi, la ricchezza, ha più valore quando è concentrata. Rende di più (mi spiace… le carte “democratiche” non erano state ancora inventate…).

Poi le carte si sono abbellite col romanticismo, con semi e figure dei giorni nostri…

E gli arcani sono quasi del tutto spariti, riducendosi a due per mazzo, come nel burraco e nella scala quaranta.

Anzi, non si sono in effetti ridotti a due, ma a tre. Infatti, dovreste contare anche me…

Che non valgo molto, resto sempre in un angolo, non vinco mai, ed ho una certa corrispondenza di amorosi sensi con IL Matto dei Tarocchi… fondamentale residuato storico…

che a me, però, piace pensare e chiamare come oggi tutti voi, LA Matta…