Tornei “OpAl” – Prologo

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Innanzitutto, non me ne vogliate, ma sappiate che mi ha chiamato Elon Musk chiedendomi spiegazioni. Eggià, noi poveri cavernicoli, cosa possiamo saperne che fior di giornali hanno fatto titoli roboanti del tipo

Elon Musk contro “OpenAI” e Sam Altman: cosa c’è da sapere

Sicché, in breve, dopo aver ascoltato una sua offerta di $ 2 billions (sarebbero $ 2.000.000.000.000) per acquisire il controllo del 51% del nostro OpAl da circolo, mi è toccato spiegargli l’arcano.

Perché Op stà per Open (e fin qui, 1 billion dell’offerta ci poteva stare), ma poi la differenza fra AI e Al è lana caprina…

perché AI (entrambe A ed I maiuscole) starebbero per Artificial Intelligence,

mentre Al (la prima A maiuscola, la seconda l – elle – minuscola) starebbero per le iniziali di Allievo.

A questo punto ho provato, senza averne l’autorizzazione ma sperando di far bene, a vendere il 49% dei diritti di sfruttamento di OpAl a cifre ben più ridicole, ma non c’è stato niente da fare… non era più interessato…

OpAl quindi, ovvero l’unione fra un giocatore OPEN e un giocatore ALLIEVO, è quindi rimasta rigorosamente invenduta… Valli a capite sti’ miliardari: preferiscono l’intelligenza artificiale all’intelligenza delle persone… Lo so… lo so… A volte non avrebbero tutti i torti, ma… se mi seguite un po’… significherebbe adottare un elettrodomestico anziché un bambino… con conseguenze ben più gravi se allarghiamo il ragionamento alla progenie.

Sia come sia, lascio ora il campo alla principale artefice, nonché ideatrice (sognatrice?) di questo tipo di Torneo. Ah, dimenticavo, la coccarda più ambita ed al momento intonsa…